Guardando "Come è fatto il cibo" ecco a voi le Ferratelle... un dolce tipico italiano esportato in tutto il mondo da un produttore canadese di origini italiane!!!
Ma cosa sono questi dolci? Curiosando in rete ecco cosa si trova...
La ferratella o pizzella o cancellata o neola o nevola o nivola: l’appellativo varia da zona a zona, così come la ricetta del resto, (le varianti riguardano soprattutto la consistenza dell’impasto, che nella “neola” di Ortona include anche il mosto cotto, e gli ingredienti utilizzati per aromatizzare: limone, anice o cannella) è un dolce tipico abruzzese creato con pasta da biscotto cotto tramite una doppia piastra arroventata sul fuoco, che stringendo la pasta sopra e sotto, dà al dolce la forma caratteristica di cialda percorsa da nervature. Tra le varie varianti di disegno, la trama a rombi, o cancello, dà origine al nome ferratelle. Preferibilmente di forma rettangolare, ma alla festa di San Valentino vengono preparate anche a forma di cuore. In alcune province abruzzesi viene chiamato anche nuvola o neola (Teramo) o nevola o nivola.
In alcuni casi questo dolce viene arrotolato come un cannolo con ripieno di marmellata, tradizionalmente d'uva, ma anche con crema pasticcera o cioccolata. La variante con due cialde sovrapposte farcite prende il nome di coperchiola, dalla copertura della prima cialda con la seconda, il coperchio. Viene preparato perlopiù in inverno, a Pasqua e in occasione delle feste patronali, rivestendo un ruolo centrale nei palmentieri, particolare dono preparato in onore del santo patrono.
La piastra usata per cuocere questo dolce, detto "lu ferre" o "jo fèrro", veniva spesso portato in dote dalla donna, e pertanto, nella parte centrale, recava talvolta incise le iniziali della futura sposa.
In Molise le ferratelle sono chiamate anche "cancelle". Sono fatte risalire a un dolce degli antichi Romani detto Crustulum. Anch'esse, come le ferratelle abruzzesi, sono prodotte mediante uno stampo di acciaio o ghisa che imprime la propria forma ai dolci, spesso con scanalature incrociate che ricordano certi cancelli, da cui il nome. Fino agli anni sessanta erano servite ai matrimoni.
Con lo stesso nome si indica anche un Prodotto agroalimentare tradizionale laziale: testimonianze orali raccontano che da oltre cinquant'anni è prodotto tale dolce nei paesi dell'ex Circondario di Cittaducale (fino al 1927 territorio abruzzese), che attualmente risulta a rischio di estinzione.
Quanto alla ricetta, prevede nella sua versione più diffusa le uova, l’olio extravergine d’oliva, lo zucchero, la buccia di limone grattugiata, la farina e a discrezione un pizzico di lievito in polvere.
Ingredienti
Per la versione “soft”, queste le dosi (per circa 15-16 ferratelle):
- 3 uova
- 3 cucchiai di zucchero
- 3 cucchiai di olio evo
- 1 limone grattugiato
- ½ cucchiaino lievito in polvere
- 3 cucchiai abbondanti di farina ‘00
Se preferite la variante più croccante, basta aggiungere agli ingredienti sopraindicati un altro cucchiaio di olio evo, e ovviamente più farina, almeno quanta ne tira l’impasto che sarà più denso e consistente.
Cosa occorre
Ciotola, ferro per ferratelle, fruste.
Preparazione
Prepariamo l’impasto lavorando, con l’aiuto di una frusta, le uova con lo zucchero. Quindi aggiungiamo l’olio evo, la buccia di limone grattugiata, e infine, un po’ alla volta la farina e il lievito.
Amalgamiamo per bene il tutto e lasciamo riposare qualche minuto.
A questo punto andiamo a disporre al centro del ferro, già oliato e sufficientemente riscaldato, un cucchiaio dell’impasto, chiudiamo e lasciamo cuocere per qualche secondo, prima su un lato e poi sull’altro.
Una curiosità , tradizione vuole che le tempistiche di cottura siano le stesse necessarie per recitare un “Ave Maria” da un lato e un “Pater Nostro” dall’altro.
Appena l’impasto risulterà dorato, con l’aiuto di una forchetta, andremo a rimuovere la ferratella dal ferro
In questo caso, avremo un dolce dalla consistenza soffice e morbida, mentre nella versione “dura”, la nostra ferratella sarà più sottile e decisamente croccante.
Un ulteriore passaggio è quello della farcitura, che con due cialde sovrapposte, prende il nome di “coperchiola”, perché la seconda cialda funge da coperchio.
La farcitura classica contempla la ragnata (confettura d’uva), ma anche la crema pasticcera, il miele, e la crema alle nocciole.
Fonte: wikipedia.org
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